Oracle pensa sempre più da hyperscaler

Le principali novità emerse dal recente Oracle Cloudworld 2023 di Las Vegas. Dall’accordo con Microsoft all’AI generativa.

L’ambizione di Oracle è quella di essere sempre più riconosciuta come uno degli hyperscaler cloud di riferimento, se oggi non nei numeri, a causa del fatto di essere partita dopo rispetto ad altri, sicuramente per la qualità dell’offerta tecnologica. È questo il messaggio di fondo che arriva dal recente Oracle CloudWorld 2023 di Las Vegas i cui annunci sono stati commentati pochi giorni fa in un incontro a Milano. Tema principale di quest’anno non poteva che essere l’AI generativa, a cui si è aggiunto l’importante accordo con Microsoft.

Andrea Sinopoli, VP & country leader Italia Cloud Tech di Oracle

Per quest’ultimo, la spiegazione data da Andrea Sinopoli, VP & country leader Italia Cloud Tech, ossia le soluzioni IaaS e PaaS, è: ““Il DB Oracle, l’Autonomous Database e gli Exadata Cloud Services verranno ospitati anche sul cloud Azure. Un vantaggio per tutti i clienti con workload applicativi già presenti nel cloud Microsoft che non dovranno più ragionare in ottica multicloud per accedere a dati archiviati in strutture Oracle. Si riduce così al minimo la latenza, soprattutto quando con l’AI generativa entrano in gioco volumi molto consistenti”.

Sul fronte di Oracle Cloud Infrastructure (OCI), la società continua a perseguire l’eccellenza tecnologica aggiungendo un tassello alla sua capacità di fornire alte capacità di elaborazione via cloud. “Dopo l’accordo con Nvidia, grazie al quale abbiamo costruito il cluster di supercomputing più potente al mondo oggi disponibile in cloud, a Las Vegas è stato annunciato un nuovo accordo con Ampere per la fornitura di core e capacità computazionale di nuova generazione. Potremmo così incrementare ulteriormente il livello di performance del nostro cloud e ottimizzare i consumi di energia”.

Novità importanti anche sul fronte del DB. Con il rilascio di Json-Relational Duality si integra in un unico formato ‘poliglotta’ il DB relazionale Oracle e quello in linguaggio Json portando il primo di fatto in una dimensione ‘cloud native’, un passaggio che, promette Oracle, va a risolvere il problema dell’inconsistenza dei dati. Inoltre, è stato introdotto il concetto di Vector Database per classificare insieme, grazie a un vettore numerico, dati e immagini, abilitando così l’interrogazione del DB con linguaggio naturale. Questo vuol dire anche che utilizzando l’AI generativa, questa potrà suggerire il comando SQL più giusto per ottenere la risposta che si sta cercando.

“OCI è la migliore infrastruttura cloud che per le più elevate capacità computazionali oggi accessibili è in grado di compiere sessioni di addestramento su volumi di dati anche molto consistenti per l’AI generativa in un ambiente sicuro”, ha affermato Sinopoli.

Le novità nelle applicazioni

Giovanni Ravasio, VP & country leader Italia Cloud Applications di Oracle

Passando al tema Saas, Giovanni Ravasio, VP & country leader Italia Cloud Applications, ha dichiarato: “Siamo passati dall’utilizzo dell’AI generativa per creare contenuti al coding, e Oracle ha sviluppato dei Large Language Model che generano codice senza scriverlo. Inoltre, all’interno di Oracle Apex (application express, ndr) è stata sviluppata una componente che rende intrinsecamente sicure le applicazioni già mentre queste vengono sviluppate. Questo riduce i costi e accelera i tempi di rilascio”.

Sul fronte analytics, l’arrivo dell’AI generativa promette di estendere le capacità di analisi su mole di dati di gran lunga più ampie rispetto a quelle che abitualmente vengono messe in campo oggi, e quindi possono essere immaginati sviluppi di grandi progetti di sistema, come per esempio nell’ambito sanitario citato da Ravasio. Ma l’AI generativa potrà essere messa alla prova anche in azienda per mettere a confronto i risultati, e anche per arricchirli con nuovi insight, con quelli ottenuti dai sistemi di business intelligence più tradizionali.

Infine, importante focus sulla semplificazione dei processi B2B che coinvolgono relazioni tra più realtà. Oracle promuove partnership come quelle realizzate con JP Morgan, FedEx, MasterCard, HSBC e Uber per lo sviluppo di funzionalità che vanno a semplificare e automatizzare le transazioni di business. Sono coinvolte tutte le soluzioni applicative e verticali del portafoglio Oracle da estendere e interconnettere con nuove funzionalità il cui sviluppo, realizzato da partner, viene condiviso, in uno spirito ‘agile’, con il cliente prima della messa in produzione.

Con Mastercard, per esempio, la società sta lavorando per connettere direttamente la suite Oracle Fusion Cloud ERP con gli istituti bancari per semplificare e automatizzare tutti i processi di pagamento e finanziari in ambito B2B.


Ruggero Vota

Con una solida formazione informatica e dopo un’esperienza triennale in software house, nel 1986 inizia l’attività giornalistica su riviste del settore ICT, mensili e settimanali. Dal 2012 è Caporedattore delle riviste ICT di Soi...

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