Microsoft lancia la cloud region italiana

Sarà disponibile a partire dalle prossime settimane per le aziende che utilizzano i servizi cloud di Microsoft Azure e Microsoft 365, a cui presto seguiranno quelli di Dynamics 365.

Microsoft ha inaugurato la sua cloud region italiana composta da tre data center localizzati in Lombardia in grado di garantire, nelle dichiarazioni della società, i massimi livelli di sicurezza, privacy, sovranità del dato e performance, e che contribuirà ad accelerare la transizione digitale di imprese e Pubbliche Amministrazioni del nostro Paese. Questa nuova world class region, che si affianca alle oltre 60 presenti a livello globale per un totale di oltre 200 data center, sarà disponibile a partire dalle prossime settimane per le aziende che utilizzano i servizi cloud di Microsoft Azure e Microsoft 365, a cui presto seguiranno quelli di Dynamics 365. Analogamente a quanto fatto dai competitor, la nuova cloud region nasce grazie ad accordi di co-location presso i data center ‘neutrali’ di Data4, Equinix, Mercury e Stack Infrastructure; non manca però l’impegno anche a investire in una infrastruttura di proprietà.

Microsoft è quindi l’ultima delle big tech ad aprire la sua cloud region nel nostro Paese e specificatamente nell’area milanese, dove la concentrazione di data center cresce ormai a ritmi serrati, ma ha anche confermato che porterà a termine nel breve periodo investimenti infrastrutturali analoghi sull’area di Roma.

Per l’azienda di Seattle arrivare prima o dopo non fa differenza, l’importante, una volta arrivata, è fare il ‘botto’. Nella sua storia questa cosa è andata bene in tanti casi, come per esempio l’ingresso per ultima nei mercati dei word processor, dei fogli elettronici e dei sistemi operativi di rete, ma anche lo stesso Azure è arrivato quando AWS vantava già una leadership di mercato che sembrava inattaccabile e ha conquistato considerevoli porzioni di mercato; altre volte un po’ meno, come nel caso dei motori di ricerca. Per Microsoft è importante aprire e conquistare i nuovi mercati che hanno forti potenziali di crescita e che magari all’inizio appaiono chiusi. Come ci riesce? Con la forza del marketing, dei partner, delle alleanze e degli investimenti che mette in campo.

Vincenzo Esposito,  amministratore delegato di Microsoft Italia

Investimenti a largo raggio

La nuova cloud region è figlia di un investimento iniziato nel 2020 e che su cinque anni vale 1,5 miliardi di dollari avviato con il programma ‘Ambizione Italia’ che è molto di più rispetto alla costruzione di nuovi data center fisici. “In questi anni con Ambizione Italia abbiamo investito per fertilizzare il terreno e prepararlo al meglio per l’arrivo della nostra cloud region che presentiamo ora – ha dichiarato Vincenzo Esposito, da pochi mesi nuovo amministratore delegato di Microsoft Italia. Le direttrici dei nostri investimenti sono quelle della digitalizzazione delle PMI, dell’efficienza energetica e della sostenibilità, della modernizzazione della PA, dell’accessibilità e dell’inclusione, ma soprattutto sulle competenze digitali. Grazie ai nostri partner abbiamo formato su questi temi oltre tre milioni di persone”.

Partner fondamentali per il successo dell’iniziativa

Ed è proprio sugli oltre 14.000 partner Microsoft attivi oggi in Italia e sui 400.000 professionisti iscritti al Microsoft Partner Nertwork che la cloud region italiana dovrà correre per portare al successo l’iniziativa di Microsoft. La storia di Microsoft con Azure dimostra che questo approccio al cloud non ha disintermediato il canale, anzi lo ha arricchito: “Uno studio IDC dice che ogni euro investito nel nostro cloud ha generato valore per altri 6 euro, e nei prossimi anni arriveremo a 7,54”, ha affermato Esposito. Che ha così proseguito: “Fino al 2027 con i nostri partner mobiliteremo una capacità di investimento in Italia pari a 10,5 miliardi di euro che genereranno oltre 40.000 nuovi posti di lavoro nell’IT”.

Fino a oggi, in generale, molti operatori del canale italiano si sono dimostrati piuttosto freddi nei confronti del cloud anche perché la vendita di nuovo hardware sostiene comunque il fatturato aziendale, a prescindere dai margini, e convertire il modello di business a ricavi da canoni ricorrenti è un’operazione lunga e complessa. Vedremo quindi se, e in che tempi, l’arrivo della nuova cloud region italiana riuscirà ad accelerare lo scenario cloud verso i partner e le aziende clienti. Non basta infatti dire che il 93% delle aziende italiane quotate in Borsa sono oggi utilizzatori di Azure, sappiamo bene che queste sono un’esigua minoranza.


Ruggero Vota

Con una solida formazione informatica e dopo un’esperienza triennale in software house, nel 1986 inizia l’attività giornalistica su riviste del settore ICT, mensili e settimanali. Dal 2012 è Caporedattore delle riviste ICT di Soi...

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