Una miscela per l’innovazione

L’esperienza del Gruppo Lavazza sul fronte tecnologico, tra piattaforme IT, machine learning e Internet of Things.

Presenza in oltre 140 Paesi nel mondo, 11 consociate, più di 4000 collaboratori, 1,87 miliardi di euro di ricavi nel 2018 dei quali il 64% realizzato all’estero, 38° posto nella lista dei top 100 brand della Global RepTrak 2019 del Reputation Institute. E ancora, 10 stabilimenti produttivi in tutto il mondo, di cui 3 in Italia, e oltre 50 training center dedicati alla formazione, che ogni anno preparano circa 30 mila persone a livello globale su tematiche che vanno dalla pianta alla tazzina, toccando argomenti quali botanica, processi produttivi, attrezzature per l’espresso e metodi di preparazione.

Sono questi alcuni numeri di Lavazza, realtà nata a Torino nel 1895 con la prima drogheria a suo nome aperta in via San Tommaso, diventata S.p.a. nel 1927, e specializzata nella produzione di caffè tostato basato sulla combinazione di diverse tipologie e origini geografiche (la cosiddetta miscela),  e di sistemi e accessori. In questa intervista il suo IT Director, Fabio Rangaioli, ci parla dei progetti di innovazione del Gruppo, al quale appartengono anche le aziende francesi Carte Noire ed ESP (acquisite rispettivamente nel 2016 e nel 2017), la danese Merrild (2015), la canadese Kicking Horse Coffee (2017), l’italiana Nims (2017) e l’australiana Blue Pod Coffee Co. (2018). 

Com’è organizzata e opera oggi la struttura IT del Gruppo e qual è il vostro approccio sul fronte ‘trasformazione digitale’ oggi così attuale e in generale sui temi legati all’innovazione?

L’IT di Lavazza ha un’organizzazione centrale basata nel headquarter a Torino che disegna, implementa e gestisce tutti i sistemi centrali del Gruppo. La nostra organizzazione prevede una struttura di Operation che è focalizzata su tutte le attività legate al running sia applicativo che infrastrutturale, una struttura di Delivery che si occupa del mondo applicativo (evolutive e progetti), una struttura di Demand e una struttura concentrata sul mondo Digital (in particolare Digital Marketing dedicato al mondo B2C, ossia Business to Consumer).

Inoltre, in tutti i paesi dove Lavazza ha una consociata abbiamo un team IT che si occupa delle infrastrutture e dove presenti delle applicazioni locali di ogni country: ovviamente le attività svolte in country sono eseguite in pieno coordinamento e accordo con le strutture centrali.

Quali sono i sistemi fondamentali ai quali Lavazza oggi si appoggia per lo svolgimento della propria attività sui diversi livelli operativi (gestione, produzione, distribuzione…), Italia ed estero, e le sfide tecnologiche che un realtà internazionale e complessa come la vostra deve quotidianamente affrontare?

Il nostro backbone di sistemi è basato su soluzioni SAP e la stessa cosa vale per il mondo del reporting che è basato su soluzione HANA. Abbiamo dei sistemi verticali per gestire i processi commerciali e di vendita specifici del business del caffè e lo stesso principio si applica al mondo della qualità e del manufacturing. Il mondo Digital B2C è stato implementato usando Hybris e la piattaforma Adobe.

Lavazza è un’azienda in crescita e in continua evoluzione per poter cogliere le opportunità di business che il mercato presenta; l’IT deve affrontare quotidianamente una composizione di sfide e di obiettivi a volte in contrasto tra loro: le piattaforme e le soluzioni devono essere solide per supportare i processi, snelle e veloci da implementare per non essere da ostacolo ai cambiamenti che l’azienda intraprende, come IT dobbiamo essere uno dei motori dell’innovazione; il tutto senza perdere di vista i costi che devono essere commisurati al valore che portiamo e ai numeri complessivi dell’azienda. Tutto questo ovviamente si applica ogni giorno di più su scala internazionale dove Lavazza è cresciuta moltissimo negli anni e le realtà delle consociate sono molto diversificate.

Sempre di più è una priorità il servizio e la continuità di business: oggi avendo sistemi che lavorano per tutto il Gruppo Lavazza non possiamo permetterci interruzioni o incidenti che comportano indisponibilità dei sistemi; significa fermare nel loro lavoro migliaia di persone e in tutto il mondo. L’affidabilità di tutta l’architettura IT che va dalla posta elettronica, alle applicazioni, le infrastrutture, i device in mobilità piuttosto che i PC deve essere ai massimi livelli.

Andando più nel dettaglio dei progetti realizzati, cosa ci può dire ad esempio della vostra strategia fronte cloud computing applicata ai processi aziendali?

Abbiamo iniziato un percorso di adozione del cloud già da qualche tempo usando soluzioni SaaS a supporto di alcuni processi dell’azienda; ad esempio Service Now è la nostra piattaforma di Demand Management e dove abbiamo implementato tutti i processi ITIL, SuccessFactor è la nostra soluzione al servizio del mondo HR; abbiamo Office 365 già da tempo. Il mondo Digital di cui parlavo in precedenza è in public cloud su AWS.

Restano on premise i sistemi che potremmo chiamare core, ma ovviamente nel nostro piano strategico dei prossimi anni stiamo prevedendo un utilizzo sempre maggiore del cloud come leva di flessibilità e di innovazione tecnologica. L’adozione del cloud dovrà essere accompagnata anche da azioni sugli skill IT delle nostre persone, perché la vera gestione del cloud richiede un approccio molto diverso che se non applicato non ti fa cogliere i benefici ed anzi rischia solo di generare costi non attesi.

Guardando invece al tema della raccolta e gestione dei dati, qual è l’approccio che state seguendo e quali sono nel contempo le applicazioni servite dai sistemi di analytics, e per quali scopi?

Lavazza oggi ha un sistema di datawarehousing e reporting basato su tecnologia HANA in cui confluiscono tutti i dati aziendali e su cui è stato implementato sostanzialmente tutto il reporting aziendale.

Proprio in queste settimane stiamo disegnando l’evoluzione di questa piattaforma che sempre di più diventerà il data lake di Lavazza su cui innestare tutte le capabilities necessarie sia in tema di reporting che di advanced analytics che di self-service BI. L’aspettativa è che nel prossimo futuro aumenterà l’esigenza di gestire analisi sia su dati strutturati che su dati non strutturati e di conseguenza l’evoluzione della piattaforma deve essere disegnata e implementata di conseguenza.

Fronte produzione come l’IT supporta anche tale versante? Avete una vostra strategia per le tecnologie Internet of Things applicate in questo contesto, ad esempio per la raccolta dati dai macchinari, oltre che eventualmente sui prodotti fisici destinati ai clienti?

Oggi Lavazza sta implementando la nuova soluzione di Planning e Scheduling per gli stabilimenti che sarà operativa nei prossimi mesi; abbiamo SAP per i processi di Mrp (material requirements planning) e di gestione del prodotto. A livello di fabbrica abbiamo ovviamente il nostro Mes (manufacturing execution system) e il nostro sistema per la qualità.

L’Internet of Things (IoT) e il Machine Learning sono le tecnologie su cui stiamo facendo leva in modo importante. Già oggi abbiamo attiva su uno stabilimento una soluzione che recepisce i segnali dai macchinari dedicati alla macinatura del caffè per poi applicare algoritmi di machine learning e ritarare i macchinari.

D’altro canto, l’IoT è già una realtà presente e in continua espansione sulle nostre macchine del caffè; sia quelle per i bar che quelle per gli uffici e un domani anche per quelle domestiche. I dati che siamo e saremo sempre più in grado di recepire ci portano vantaggi sia in termini di assistenza tecnica e supporto che in termini commerciali per avere un’offerta sempre più puntuale e adatta alle reali esigenze dei nostri clienti.

Qual è infine la sua opinione sull’intelligenza artificiale e avete già adottato (o prevedete di farlo) tecnologie che la sfruttano? Eventualmente su quali fronti?

Al momento stiamo lavorando maggiormente sul fronte del Machine Learning, come ho descritto prima. È chiaro che l’intelligenza artificiale (AI) è qualcosa a cui guardiamo con grande attenzione per capirne evoluzione e soprattutto gli ambiti di applicabilità nel nostro mondo. Sono certo che con lo svilupparsi delle soluzioni e con il crescere degli use case l’AI soprattutto nel mondo Analytics sarà un’area in evoluzione ed espansione.

È necessario secondo me, come sempre nel mondo dell’IT, considerare che non esistono soluzioni ‘magiche’ che basta applicarle e tutti i problemi e le difficoltà si risolvono: non lo sono stati in passato gli Erp, l’eCommerce, gli Enterprise Datawarehouse, il Crm. È necessario come sempre che le tecnologie evolvano e maturino, che si capisca e si definisca cosa ha senso applicare e dove e nel caso dell’AI come forse mai in passato è necessario considerare e guardare gli aspetti organizzativi e di impatto sul lavoro che l’introduzione di queste soluzioni può portare.


Paolo Morati

Giornalista professionista, dal 1997 si occupa dell’evoluzione delle tecnologie ICT destinate al mondo delle imprese e di quei trend e sviluppi infrastrutturali e applicativi che impattano sulla trasformazione di modelli e processi di business, e sull'esperienza di utenti e clien...

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