Come costruire un team di successo

Trovare le motivazioni giuste e coltivare un atteggiamento positivo.

Si sente dire spesso la frase ‘le aziende sono fatte di persone’, ma in genere viene detta solo quando fa comodo. La verità è che molte aziende non sono in grado, o non vogliono, costruire organizzazioni o team di successo. Se avete mai letto una ‘Job Description’, e io ho avuto la fortuna di leggerne davvero tante, scoprirete che la capacità di lavorare in team è una delle componenti sempre più richieste. Eppure, una volta all’ interno di un team, ci si rende presto conto che esistono persone che tengono le informazioni per sé, evitando accuratamente di condividerle con qualcuno. Oppure che tentano in tutti i modi di primeggiare sugli altri per far vedere che sono i più bravi.

Costruire una vera squadra non è facile

Perché succede? La risposta è semplice. In pochi conoscono veramente le caratteristiche di una squadra che è in grado di raggiungere gli obiettivi, e ancora meno persone sono capaci di selezionare gli elementi e le caratteristiche che un membro deve avere per dare il massimo quando si trova gomito a gomito con gli altri. Vediamo insieme i tre punti di partenza per iniziare a mettere insieme un team che dovrà svolgere uno o più progetti insieme e raggiungere gli obiettivi prefissati.

1. Al primo posto c’è la formula magica che mi ha insegnato uno dei miei maestri, paragonando una squadra di successo al matrimonio. Un matrimonio, perché possa durare, deve essere composto da due persone con caratteristiche diverse, anzi a volte diametralmente opposte, che abbiano allo stesso tempo uno o più obiettivi comuni. La meta da raggiungere sarà quindi uguale per entrambi, ma le modalità con cui ci arriveranno saranno complementari, perché quello che non farà uno verrà fatto dall’altro, e viceversa.

2. È fondamentale, poi, che l’obiettivo sia sempre condiviso da entrambi, altrimenti c’è il rischio concreto che a un certo punto ognuno vada per la sua strada volendo arrivare a qualsiasi costo primo e mettendo in secondo piano, o dimenticando, gli obiettivi condivisi inizialmente.

3. E al terzo posto, ultimo ma come si usa dire non meno importante, devono esserci valori molto simili. I valori sono quello a cui ci aggrappiamo noi esseri umani quando perdiamo la bussola, ma anche quello che ci permette di prendere le decisioni importanti restando poi sereni, indipendentemente dal risultato.

Ti sembrerà strano che, per parlare del lavoro di squadra, mi sia soffermato sul matrimonio e su come farlo funzionare ma, se ci pensi bene, è la stessa identica cosa.

I punti di partenza

Ricapitolando, perché un team funzioni in azienda è necessario che i membri della squadra abbiano:

• caratteristiche diverse;

• un obiettivo comune e condiviso;

• almeno tre valori condivisi che guideranno le loro decisioni.

Chi seleziona i membri del gruppo deve anche tenere in considerazione le motivazioni che spingeranno le persone a restare unite fino al raggiungimento dei risultati. Ci sono persone, infatti, che vengono motivate se gli viene dato un premio, mentre altre se vengono spaventate. L’errore più comune, soprattutto nelle aziende italiane, è quello di usare strategie coercitive per ottenere risultati. Minacciare il licenziamento, o di non dare i bonus, può essere un’opzione valida solamente con quelli che vengono motivati dalla leva ‘via da’, cioè quelle persone con le quali funziona meglio il bastone che la carota. Ma ci sono anche persone che, nonostante le minacce, continuano a rimanere inerti, mentre di fronte a premi e incentivi partono come dei missili: costoro usano maggiormente la leva ‘verso’. Questo è un punto cruciale, spesso nelle mie attività di coaching aziendale mi viene chiesto se è meglio avere persone più ‘verso’ o più ‘via da’, e la risposta lascia spesso perplessi. Non c’è infatti una risposta univoca, ma dipende molto dall’obiettivo che si vuole raggiungere. Nel film ‘Troy’ con Brad Pitt Ulisse, per motivare Achille, gli fa capire che se vuole ottenere la fama e la gloria eterna che brama deve andare in battaglia insieme ai greci. E, come la storia ci dice, ecco che Achille per ottenere fama e gloria decide di partire. Ulisse avrebbe potuto usare anche l’altra leva, dicendo ad Achille che se non fosse andato con loro, non avrebbe avuto fama e gloria. Ma Achille era motivato dall’ottenere, e non dall’evitare.

La motivazione è fondamentale

La motivazione è fondamentale, per questo voglio soffermarmi su questo punto. Ne esistono di due tipi: motivazione interna e motivazione esterna. Vediamo le differenze.

Motivazione esterna

Lo dice la parola stessa, è esterna, come spesso chi la fornisce.

Pro:

• accelera il raggiungimento dello scopo;

• fa rispettare le scadenze;

• nel breve periodo il rendimento della persona può aumentare.

Contro:

• genera stress;

• rendimento limitato al minimo;

• distrugge la creatività delle persone;

• ci si abitua alle ‘bastonate’ e poi non bastano più;

• nel lungo periodo il rendimento della persona cala.

Motivazione interna

Proviene da dentro di noi, e nasce quando si ha un obiettivo o ancora meglio, uno scopo.

Pro:

• accelera ancora di più il raggiungimento dello scopo, perché è importante per noi;

• è gratificazione interiore pura, perché deriva dall’aver fatto qualcosa;

• è una sensazione di appagamento;

• il rendimento è massimo e costante nel tempo e diventa auto-motivazione.

Si, hai letto bene. Mentre nel primo caso ci sono i pro e i contro, in caso di motivazione interna i contro non ci sono. Perché come dico spesso ai miei corsi, non si può motivare nessuno se non trova le motivazioni dentro di sé. Al contrario, se una persona ha un obiettivo da raggiungere e uno scopo avrà uno o più motivi per passare all’azione.

Le abitudini da coltivare

Ci sono inoltre 8 abitudini che le persone devono coltivare per poter lavorare insieme ad altre persone ed essere produttive al massimo. Eccole:

• avere un obiettivo e uno scopo personale;

• abituarsi ad agire subito;

• avere un atteggiamento di gratitudine;

• seguire corsi di formazione in modo permanente;

• avere una solida autostima;

• tenersi lontano dalle influenze negative e dal gossip aziendale;

• amare i doveri;

• iniziare la giornata sempre in modo positivo.

Infine, una volta che una persona con queste caratteristiche entra a far parte di un team o un’organizzazione, ci sono altre caratteristiche fondamentali che il gruppo deve avere secondo Brent Gleeson, ex Incursore dei Navy Seal:

• il team tiene conto delle diverse culture;

• il team comunica una forte visione;

• il team ha una forte etica dentro e fuori l’azienda;

• il team ha un atteggiamento mentale positivo;

• il team ispira altri ad agire;

• il team dimostra coraggio in situazioni difficili:

• il team mantiene un allineamento alla vision;

• il team crede nella missione;

• il team è orientato alla performance;

• il team è composto da persone che si rispettano;

• il team condivide lo scopo;

• il team ha solida fiducia e lealtà;

• il team ha ogni membro con senso di forte responsabilità;

• il team dà sempre il massimo del massimo.

Conclusioni

Ti sarai reso conto che non è impossibile costruire un team d successo: ci vuole tanta buona volontà e umiltà e persone che vogliono davvero fare la differenza e che raggiungendo il loro scopo e il loro obiettivo fanno crescere la squadra di cui fanno parte e nel contempo maturano come individui.


A cura della redazione

Office Automation è da 38 anni il mensile di riferimento e canale di comunicazione specializzato nell'ICT e nelle soluzioni per il digitale, promotore di convegni e seminari che si rivolge a CIO e IT Manager e ai protagonisti della catena del val...

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