Come ripensare le grandi infrastrutture ICT

Qualche spunto d’interesse, rivolto ai responsabili Infrastructure & Operations, per modernizzare, ottimizzare e migliorare progressivamente le ‘case dei dati’.

Nell’era digitale nuove tecnologie e nuove soluzioni si affacceranno sempre di più nella vita delle imprese e queste dovranno essere pronte ad adottarle a tutti i livelli, partendo dal mattone di base che costituisce il cuore delle attività ICT e digitali di oggi e del futuro, ossia il data center.

Per rispondere quindi alle nuove esigenze infrastrutturali dei data center è necessaria un’evoluzione delle facility esistenti a livello organizzativo, procedurale e tecnologico. In particolare, le difficoltà incontrate dalle aziende nella semplificazione dei server, dello storage, delle reti e degli impianti dovrebbero essere affrontate attraverso l’automazione, la virtualizzazione, il consolidamento e la razionalizzazione. Questo obiettivo presuppone la capacità di sostenere un’infrastruttura digitale, di integrare un’infrastruttura intelligente con le operazioni correlate e di pianificare il ciclo di vita delle tecnologie.

Tutto questo emerge da un recente studio pubblicato dagli analisti Gartner Philip Dawson e John McArthur, che fa riferimento a un complesso di ricerche della stessa società e che, secondo il quale, sono diversi i fattori di innovazione che oggi impongono una modernizzazione di queste sempre più sofisticate ‘case dei dati’, dove le reti svolgono un ruolo essenziale nel collegare tutti gli aspetti infrastrutturali del data center all’interno del nucleo IT centrale, così come tra il nucleo IT e il cloud, l’Internet of Things (IoT) e le installazioni di edge computing.

Un nuovo modello di riferimento

L’IoT, la mobilità e la proliferazione dei dati stanno producendo un impatto dirompente e stanno mettendo sotto pressione l’infrastruttura IT di supporto. La trasformazione verso il digital business non può avvenire con il semplice ampliamento delle pratiche IT tradizionali, né le organizzazioni interne focalizzate sui processi Infrastructure & Operations (da ora in avanti anche I&O) possono continuare a espandersi senza cambiare le proprie procedure. Il concetto di scalabilità non è più da intendersi come semplice decisione bimodale su un’espansione in senso verticale e/o orizzontale, bensì come evoluzione verso matrici più complesse, che possono contemplare anche il ridimensionamento a sistemi più piccoli e a una minore disponibilità di risorse in siti che supportino i requisiti dell’edge computing e dell’IoT.

Per ampliare le attività di digital business di un’azienda, i responsabili I&O dovranno creare una solida infrastruttura di base per i data center focalizzandosi su tre elementi.

1. La base dell’infrastruttura deve partire dalla semplificazione. Nella fase di discovery della modernizzazione infrastrutturale, i responsabili I&O hanno la possibilità di affrontare l’eccesso di complessità a livello di prodotti, persone, processi e fornitori. Per realizzare un buon programma di modernizzazione dell’infrastruttura, inoltre, è importante che i responsabili IT definiscano le condizioni esistenti in termini di sistemi e carichi di lavoro. In questo modo potranno categorizzare l’infrastruttura dividendo le risorse in diversi stack: il livello dei dati, il livello delle applicazioni, il livello di presentazione e l’infrastruttura di rete. Potranno inoltre definire lo stato dei sistemi in termini di scala, casi d’uso, astrazione, modello di sourcing e ciclo di vita.

2. I responsabili I&O devono definire un piano d’azione che parta da un programma completo di automazione, razionalizzazione e rinnovamento, in cui l’infrastruttura venga snellita allo stretto necessario e aggiornata ovunque possibile. Questo potrà riguardare molte applicazioni on-premise di cui si consideri appropriato il trasferimento, che potrà avvenire con varie opzioni come la ‘coabitazione’, l’hosting off-premise o la distribuzione via cloud. Per altri sistemi si potranno anche valutare la sostituzione integrale o l’abbandono.

3. I responsabili I&O dovranno adottare nuove tecnologie come il persistent/in-memory computing, l’intelligenza artificiale (AI), l’apprendimento automatico attraverso gli algoritmi di machine learning, i nuovi coprocessori incorporati in sistemi standardizzati e le infrastrutture iperconvergenti, software-defined e componibili, che permettono non solo di svolgere funzioni gestione, ma supportino anche l’automazione e la distribuzione dei carichi di lavoro e delle applicazioni.

Standardizzazione e automazione

L’obiettivo ultimo di qualsiasi progetto di modernizzazione scalabile deve essere quello di passare da sistemi prevalentemente complessi o proprietari a un’infrastruttura di data center standardizzata, automatizzata e modernizzata che sia facilmente ripetibile e prevedibile. Le aziende dovranno adattare le proprie strategie per l’infrastruttura del data center in modo da sfruttare le capacità rese disponibili dalle tecnologie di IA/ML.

L’uso di queste tecnologie per la gestione I&O può infatti generare vantaggi misurabili in diversi comparti. I responsabili I&O dovranno concepire strategie finalizzate ad automatizzare le attività a basso valore e, allo stesso tempo, incorporare le analisi basate sull’apprendimento automatico nelle suite gestionali. Utilizzando l’intelligenza artificiale per la gestione I&O, sarà possibile riassegnare il personale altamente specializzato ad attività con un più alto valore aggiunto, come per esempio alle collaborazioni con le business unit che possano generare impatti più significativi.

I responsabili I&O e le loro organizzazioni sono pressati da continue richieste volte a migliorare la qualità e la disponibilità dei servizi, ridurre i rischi, supportare le iniziative di crescita e semplificare l’infrastruttura. Per portare l’organizzazione I&O a operare in una nuova ottica e, quindi, generare risultati e impatti ‘end-to-end’, queste devono tener ben presenti i seguenti quattro scenari, qui brevemente presentati, ma che approfondiremo in questo articolo..

– Mantenimento e ottimizzazione dell’infrastruttura esistente del data center. In questo scenario entrano in gioco la gestione, la modernizzazione e l’ottimizzazione dell’infrastruttura esistente che occupa il data center attraverso l’automazione e l’apprendimento automatico.

– Pianificazione per l’infrastruttura futura del data center. In questo caso risulta utile sviluppare un modello di infrastruttura che tenga conto delle attività di elaborazione, storage e networking del data center, ma anche dei corretti criteri di progettazione e delle esigenze di alimentazione e raffreddamento.

– Tecnologie emergenti per il data center. Mettere a fuoco idee per implementare una strategia intelligente per l’infrastruttura che sia software-defined, componibile, agile, scalabile e reattiva ai cambiamenti, supportando al contempo principi di semplificazione e resilienza.

– Il data center in un mondo ibrido. In questo caso può essere utile raqccogliere suggerimenti per bilanciare le applicazioni IT centrali e le operazioni tradizionali del data center con l’impatto dei nuovi modelli di cloud ed edge computing e dei data center digitali ‘serverless’.

Questi elementi fondamentali dell’infrastruttura del data center richiedono diverse modalità adattive di IT, alcune basate su sistemi e transazioni IT di base e altre fondate su sistemi di innovazione e collaborazione veloci, agili e in rapida evoluzione.

Ogni azienda ha di fronte una serie di opzioni riguardo ai server di elaborazione e alle risorse di storage e rete da utilizzare nei data center, una scelta che diventa ancora più complicata via via che le differenze tra alcune classi di prodotti si assottigliano e aumenta viceversa la differenziazione in altre aree, guidate per esempio dalle implementazioni IoT.

I responsabili I&O dovranno in ogni caso promuovere la semplificazione dell’infrastruttura attraverso la standardizzazione, la modernizzazione e la ripetibilità del data center.

Occorrerà identificare le best practice da adottare nei processi operativi e nei tool di gestione (inclusi i metodi più economici per consolidare l’infrastruttura e i data center). Occorrerà inoltre adottare criteri appropriati per decidere quanti fornitori coinvolgere per un dato ambiente e come utilizzare al meglio il personale. Le pratiche per l’infrastruttura del data center dovranno anche prevedere l’abbinamento di funzioni di intelligenza artificiale per le operazioni IT (AIOps) a funzioni di apprendimento automatico per favorire la creazione di un’infrastruttura intelligente.

Come pianificare l’infrastruttura futura

La trasformazione innescata dal digital business si riflette inevitabilmente sull’IT, con un impatto profondo sulle parti dell’organizzazione necessarie per il supporto del business, e l’area I&O avrà un ruolo centrale nel consentire alle organizzazioni di restare competitive nel proprio mercato. Il cambiamento procede a un ritmo incessante e i nuovi modelli, come l’edge computing, il mobile computing, il cloud, i Big Data, le analisi in tempo reale e l’IoT, stanno avendo un notevole impatto sulle attività e sui budget aziendali. Benché non tutte le organizzazioni subiscano già nell’immediato la pressione a rinnovare le operazioni IT, quasi tutte devono supportare le funzioni IT di base con le risorse economiche esistenti, sfruttando al meglio delle possibilità i budget allocati alle business unit e alle tecnologie operative (OT). Oltre ai sistemi IT di base, il dipartimento I&O dovrà prepararsi a supportare in tempi brevi anche sistemi di innovazione e di analisi, applicazioni di business modernizzate ed emergenti che estenderanno il perimetro dell’infrastruttura del data center e che potranno facilmente costituire i fondamenti del business negli anni a venire.

Bisogna analizzare attentamente le strategie dei fornitori e i loro orientamenti tecnologici, perché i responsabili I&O devono prepararsi alle trasformazioni che stanno avvenendo all’interno dei player tradizionali di questo comparto. È necessario prendere in esame lo scenario competitivo dei complessi marketplace riguardanti le soluzioni di elaborazione, storage e rete, insieme all’impatto che i cambiamenti dei fornitori produrranno sui livelli di servizio, i modelli di vendita, la struttura organizzativa e i comportamenti del management. Le acquisizioni e i disinvestimenti dei fornitori IT potranno avere un impatto considerevole sulle strategie dei responsabili I&O.

I fornitori di fiducia acquisiti dai grandi provider IT potrebbero ricevere ulteriori finanziamenti per accelerare lo sviluppo e l’ottimizzazione delle loro capacità, ma potrebbero anche finire relegati in posizioni marginali se l’azienda acquirente decidesse di razionalizzare un portafoglio di soluzioni più ampio e complesso. L’orizzonte di pianificazione per le soluzioni di infrastruttura dei data center si sta comprimendo non solo per effetto della veloce innovazione dei prodotti, ma anche a causa dell’impatto profondamente trasformativo delle acquisizioni e dei disinvestimenti. La scelta di un’architettura che isoli l’organizzazione dalle inevitabili svolte dei fornitori, o che almeno ne riduca l’impatto, sarà importante per riuscire a gestire il portafoglio IT.

Tecnologie emergenti da tenere in considerazione

Le organizzazioni I&O più avanzate migliorano continuamente l’efficienza, le prestazioni e la resilienza delle applicazioni di base, supportando allo stesso tempo in modo proattivo le nuove iniziative DevOps e IoT e i modelli di erogazione cloud e edge, e riescono a farlo con un budget limitato.

Il miglioramento continuo dell’efficienza nelle capacità IT di base sarà una condizione necessaria per operare la riallocazione di risorse necessaria in vista dell’esplosione dei punti periferici deputati alla raccolta e all’analisi dei dati IoT. Tuttavia, gli investimenti in tecnologie ancora immature potrebbero rivelarsi sprecati. Per questo bisogna analizzare con estrema attenzione le soluzioni di in-memory computing, Nonvolatile Memory Express (NVMe), NVMe over Fabric (NVMeOF), memoria persistente per lo storage e reti software-defined che permettono di realizzare i miglioramenti necessari nei data center. Fattore da non trascurare, poi la scelta di quando investire in ognuna di queste tecnologie, considerando che stiamo entrando in un’era di infrastrutture ‘a consumo’ o ‘usa e getta’.

L’autocomposizione dell’infrastruttura – presupposto per il passaggio all’infrastruttura intelligente – diventerà sempre più importante per rendere possibile un’infrastruttura più reattiva alle esigenze delle business unit e degli sviluppatori di applicazioni. L’AIOps sarà un componente essenziale non solo per assistere goi responsabili I&O in materia di controllo ed efficienza dei sistemi IT di base, ma anche per consentire la distribuzione automatica delle applicazioni nelle infrastrutture cloud, core e edge. Analizzeremo i fornitori e i relativi strumenti e applicazioni, fornendo indicazioni e orientamenti sulle aree da prioritizzare per ottenere il massimo vantaggio in termini di agilità ed efficienza.

Bisognerà porre inoltre attenzione a come alcune innovazioni e tecnologie, per esempio i processori GPU, possano generare nuove capacità, una maggiore efficienza e prestazioni superiori per le applicazioni edge, IoT e di intelligenza artificiale.

Il data center in un mondo ibrido

L’erogazione ibrida porta a progetti multisource in cui l’infrastruttura del data center deve interoperare con infrastrutture cloud, edge e altre infrastrutture dei fornitori di servizi che presentano caratteristiche differenti. Ne consegue una maggiore complessità del portafoglio, con varie possibilità di scelta per l’infrastruttura e la sua strutturazione.

I responsabili I&O devono considerare i data center digitali come entità non circoscritte al perimetro fisico del data center, ma piuttosto come strutture basate su un modello più ampio di infrastruttura virtualizzata, software-defined, digitale e intelligente. Il data center digitale è presente on-premise nei data center tradizionali, nei cloud pubblici, nelle offerte ‘as-a-service’, negli uffici remoti e distaccati così come nelle implementazioni edge e IoT. I responsabili I&O dovranno implementare una strategia che sia intelligente, componibile, agile, scalabile e reattiva al cambiamento, i requisiti basilari per il supporto della nuova fase del digital business. Una volta istituito un modello di implementazione flessibile, e solo allora, i responsabili I&O potranno determinare le tecnologie e i prodotti da implementare per realizzare e distribuire sia applicazioni affidabili, sia un’infrastruttura intelligente.

Una strategia prudente per il data center dovrà incorporare il meglio di tutte le realtà, per le ragioni giuste e al momento giusto. Una raccomandazione importante è quella di segmentare i progetti in base a criteri di funzionalità, livelli di servizio, sicurezza, revisione, compliance e stato nel ciclo di vita, in modo da poter determinare la piattaforma ottimale per ogni carico di lavoro.

Da valutare infine come l’infrastruttura del data center possa integrarsi e coesistere con i nuovi modelli cloud e ‘di consumo’ on-premise e possa estendersi a infrastrutture edge e IoT, distinguendo l’infrastruttura del data center usata per le filiali e gli uffici remoti da quella delle implementazioni edge dell’IoT e di altre applicazioni.


A cura della redazione

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