Cloud e co-creation: ecco gli IBM Studios

Inaugurato il centro in piazza Gae Aulenti a Milano. “Vogliamo guidare le imprese da un approccio sperimentale della tecnologia alla sua adozione concreta”.

Un luogo di co-creazione in cui sperimentare, attraverso la tecnologia, nuove opportunità di business. In cui portare intuizioni e testarle. Gli IBM Studios inaugurati questa estate a Milano vogliono essere questo: “Una città della tecnologia aperta a imprese, partner, istituzioni, mondo accademico, dove toccare con mano le soluzioni che stanno cambiando il nostro modo di vivere”. Luca Altieri, CMO della società in Italia, ha descritto così la struttura di piazza Gae Aulenti: quattromila metri quadrati, con dieci ambienti su tre piani, in cui opereranno oltre duemila consulenti per ideare soluzioni di intelligenza artificiale, blockchain, cloud, Internet of Things, security e quantum computing. Obiettivo: “Contribuire a dare un impulso alla trasformazione digitale del Paese favorendo la collaborazione tra realtà imprenditoriali, associazioni, istituzioni, università, centri di ricerca, sviluppatori e studenti”.

L’investimento

Con un impegno finanziario complessivo di oltre 40 milioni di euro in nove anni, gli “IBM Studios rappresentano un importante step per la crescita dei nostri clienti”, ha spiegato Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di IBM Italia. Con la sua storia, IBM può dirsi pioniera del mercato IT nel nostro Paese che nel corso degli ultimi anni ha visto sì l’utilizzo di nuove tecnologie da parte delle aziende, ma spesso ancora in maniera sperimentale. È arrivato il momento di applicare in modo pervasivo queste innovazioni in tutte le organizzazioni, per aiutarle a crescere, sfruttando i dati e il loro valore. Questo è lo spazio in cui poter cogliere queste possibilità”. Il taglio del nastro è avvenuto durante Think Summit, una sei giorni di incontri dedicati alle tecnologie esponenziali, con una serie di appuntamenti e sperimentazioni cui hanno preso parte personalità del mondo imprenditoriale e della cultura intervenute per fare il punto sullo stato dell’arte di quella che lo scrittore Alessandro Baricco, presente all’inaugurazione, ha definito “insurrezione digitale”.

La struttura

Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato
di IBM Italia

Tre le aree di co-creation che compongono gli IBM Studios: Strategy&Design Lab, IBM Client Center e IBM Cloud Garage. Come spiegato dal vendor, nella prima area team di esperti opereranno al fine di creare esperienze personalizzate e servizi per le diverse tipologie di industria con una specializzazione in tecniche di co-creazione. Lo scopo è fornire alle aziende gli stimoli e le competenze, oltre che la passione, per reinventarsi agevolando il cambiamento culturale e tecnologico. IBM Client Center, invece, è l’espressione locale di un network europeo composto da 16 strutture e rappresenta il luogo di incontro e scambio di esperienze tra business e culture differenti. All’interno dell’IBM Cloud Garage, infine, la società vuole consentire alle aziende di sperimentare lo sviluppo di applicazioni in cloud, attraverso una metodologia che combina approcci ‘design thinking’ e ‘agile’. La struttura è inserita in una rete di hub fisici aperti in tutto il mondo che negli ultimi 18 mesi hanno supportato più di 500 aziende nell’avviare progetti di trasformazione digitale basati su dati e intelligenza artificiale e sostenuti da infrastrutture cloud ibride.

IBM Garage

“Un luogo strategico, in cui è possibile dare concretezza alle proprie idee”, ha spiegato Stephanie Trunzo, global vicepresident di IBM Garage. Nella struttura di Milano, in particolare, imprese di qualsiasi settore e dimensione avranno la possibilità di lavorare a stretto contatto con IBM, i suoi partner, oltre che con professionisti in ricerca, strategia, processi, applicazioni, per sviluppare progetti, dimostrarne il business case e l’adozione attraverso un minimum viable product (MVP). “Il cloud è un viaggio e noi vogliamo accompagnare le aziende in questo percorso per consentire a tutte le organizzazioni di coglierne i benefici – ha spiegato Alessandro La Volpe, vice president IBM cloud and cognitive software Italia. È necessario guidare le aziende nel capitolo due della ‘digital reinvention’, una fase di passaggio da un approccio prototipale dell’intelligenza artificiale a un suo utilizzo concreto e da un’accelerazione dell’adozione del cloud come piattaforma di arrivo dei processi mission critical delle imprese”. Un’accelerazione che deve essere supportata in Italia per superare un presente in cui “l’80% delle applicazioni aziendali devono essere ancora portate in cloud – ha proseguito. In questo scenario, il paradigma corretto dal nostro punto di vista è quello di un cloud ibrido, aperto e multicloud. È qui, in questo mercato, che IBM vuole porsi come punto di riferimento per aiutare le aziende a vincere le sfide della movimentazione delle applicazioni, della gestione dei dati, superando gli ostacoli legati a tematiche di latenza, sicurezza, oltre che di mancanza di competenze interne”.

Il primo cliente italiano

In quest’ottica, IBM Garage vuole stimolare l’utilizzo delle nuove tecnologie nelle imprese, favorendo la collaborazione tra product manager, architetti software e professionisti e sviluppando strategie e prototipi su modelli pubblici e ibridi di cloud. Un approccio che ha già convinto Topcon, gruppo giapponese che opera nel campo della strumentazione ottica, dell’edilizia informatica e dell’agricoltura di precisione, il primo cliente italiano a firmare un accordo IBM Garage proprio durante l’apertura degli IBM Studios. A spiegarne i motivi Fabio Isaia, CEO dell’azienda: “Rivoluzionare ancora una volta un lavoro antico come l’agricoltura è oggi possibile, grazie alla sinergia del gruppo multidisciplinare dell’IBM Garage, composto da designer, architetti, sviluppatori e data scientist che lavorano con gli esperti di agricoltura di precisione di Topcon Agriculture per rendere l’intelligenza artificiale parte integrante di tutti i processi agricoli – ha evidenziato. Con IBM Watson, usando approcci innovativi basati su reti neurali e algoritmi genetici, sarà possibile automatizzare e risolvere problemi fino a ora inesplorati, con l’obiettivo ultimo di massimizzare la produttività delle colture riducendo al minimo l’impiego di mezzi tecnici e risorse, come acqua e fertilizzanti, garantendo quindi una maggiore sostenibilità, qualità del raccolto e completa tracciabilità del cibo, dal campo fino alla nostra tavola”.

L’esperienza di Elica

Non solo Topcon. Prima dell’apertura ufficiale, altre aziende italiane hanno iniziato a vedere i risultati di progetti di co-creazione con IBM Garage. Tra queste, Elica, società attiva a livello mondiale nel settore delle cappe a uso domestico, che ha già utilizzato il metodo IBM Garage per aprirsi verso un nuovo mercato e progettare soluzioni per la qualità dell’aria. La società, in particolare, si è avvalsa di soluzioni di intelligenza artificiale per studiare e comprendere il comportamento dei clienti e quindi personalizzare il funzionamento dei prodotti collocati in ambienti diversi sulla base di diversi parametri, come le caratteristiche dei potenziali clienti, le loro abitudini e i valori di qualità dell’aria misurati esternamente. Come risultato, fa sapere IBM, Elica in dieci settimane è riuscita a progettare e sviluppare un sistema di controllo della qualità dell’aria, MVP, integrato con i dispositivi Elica e basato sul proprio esclusivo algoritmo Air Q System, costruito su IBM Cloud con Watson Services.


Vincenzo Virgilio

Giornalista pubblicista, laureato in Scienze Politiche, dal 2005 ha scritto per diverse testate e ha svolto attività di ufficio stampa e comunicazione nella pubblica amministrazio...

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